Convegno d'autunno 2010
Relazione del Presidente
Associazione Amici del Metrobosco e del Parco di San Pietro
30 Ottobre 2010
Convegno per la presentazione della proposta
Testo letto dal Presidente, Pierluigi Selmi
Circa un anno fa, abbiamo avanzato la proposta per la creazione di un Metrobosco e di un grande parco a San Pietro. Sembrava una proposta velleitaria e avventuriera, che poteva non avere un seguito.
Invece abbiamo trovato, in ambiente istituzionale e politico, sociale ed accademico, e tra la gente che ci ha ascoltato, un riscontro che ci ha fatto credere sempre più in questo sogno.
Oggi lo presentiamo ufficialmente alla cittadinanza e chiediamo che diventi un argomento di dibattito e di confronto, con proposte e con sollecitazioni, ma che soprattutto diventi un obiettivo della strategia di pianificazione del territorio inserito nel PSC, nel piano strutturale comunale.
1. L’assetto del Comune di San Pietro in termini di sviluppo e di benessere della comunità
San Pietro in Casale più di venti anni fa scelse di privilegiare lo sviluppo residenziale del paese piuttosto che quello produttivo.
Le amministrazioni investirono nei servizi per migliorare la qualità della vita e non incentivarono l’ insediamento di un significativo tessuto industriale.
L’obiettivo era di fare di San Pietro un buon posto per vivere, valorizzando la sua collocazione centrale nella pianura bolognese.
Ed in effetti, nel corso degli anni, molti hanno scelto di venirci a vivere.
Negli ultimi tempi, tuttavia, l’obiettivo della buona qualità della vita si è allontanato: i cambiamenti radicali nell’organizzazione della distribuzione, la difficoltà di mantenere il livello dei servizi, la sottovalutazione della qualità urbana del centro abitato e infine la crisi economica hanno radicalmente modificato il quadro. Se non si reagisce con una scelta strategica proiettata nel futuro, rischiamo di passare da paese residenziale a paese dormitorio.
Noi, dell’Associazione del Metrobosco, siamo convinti che l’obiettivo che San Pietro possa essere un buon posto per vivere, sia ancora giusto e possibile, ma che per perseguirlo occorra tenere in evidenza come si è modificato il quadro d’insieme e pensare in grande progettando una strategia di sviluppo di lungo periodo.
Proponiamo un progetto di sviluppo che gioca su tre linee intrecciate l’una a ciascuna delle altre
PRIMO - la creazione di un ambiente particolarmente attraente per la vita quotidiana dei residenti e non solo dei residenti
SECONDO - il contenimento dell’attuale meccanismo d’espansione edilizia a macchia d’olio e la riqualificazione edilizia del centro urbano
TERZO - la capacità di attirare investimenti qualificati del terziario avanzato
Un ambiente particolarmente attraente
San Pietro in Casale non ha parchi o giardini pubblici importanti. Ci sono alcuni scampoli di verde protetti, ma sono poco più che giardini condominiali aperti al pubblico. La nostra Associazione, Amici del Metrobosco e del Parco di San Pietro, propone un assetto innovativo e proiettato verso il futuro per una cittadina come la nostra, che risponde a una vocazione residenziale piuttosto che produttiva;
La proposta è di realizzare una grande cintura verde, rigidamente protetta da tutto quello che non è funzionale ad essa ed al tessuto urbano, che circoscriva e racchiuda il paese.
Si tratta di creare un grande bosco e un grande parco che circondino il paese per una profondità di almeno 500 metri, conformandosi sull’esistente, un anello all’interno del quale, da subito, non si possano costruire case, condominii o qualunque altra cosa.
Il bosco e il parco devono diventare la struttura portante dell’assetto territoriale per i prossimi 100-150 anni; Il bosco e il parco vanno intesi come funzionali ai bisogni (emersi, emergenti, futuri o indotti) di tutti i residenti del nostro comune e non solo, come un’area aperta, alberata o boscata, all’interno della quale vi siano aree a prato che si alternino a giardini.
2. L’abbiamo chiamato Metrobosco
L’abbiamo chiamato Metrobosco cioè bosco metropolitano, questo è il nome che l’Associazione ha dato alla cintura verde che si estenderà lungo i confini dell’area urbana di San Pietro in Casale, che dovrà penetrare verso l’interno della città, che si espanderà verso l’esterno fino a congiungersi con altre aree verdi e che creerà un nuovo equilibrio ambientale per tutta l’area a nord di Bologna.
3. Che cos’è il Metrobosco?
Il Metrobosco è una proposta nuova ed innovativa perché non recupera un parco dismesso o un bosco dimenticato o una villa con un giardino abbandonato. Metrobosco è una proposta urbanistica nuova per costruire un modello di città residenziale in cui valga la pena vivere;
Il Metrobosco è una grande cintura verde e continua che ridefinisce il rapporto tra la città e il territorio circostante, che s’impernia sulla realizzazione di un nuovo parco ad uso urbano per garantire, tra l’altro, anche la riduzione di CO2 oltre che un equilibrato insediamento residenziale;
La maggior parte delle nostre città non si sviluppa sulla base di un progetto organico che preveda il verde, la residenza, la mobilità, il pubblico interesse. Le città si espandono secondo esigenze residenziali, scolastiche, sanitarie, eccetera, quasi sempre casuali e spesso palesemente contradditore o speculative, raramente o quasi mai integrate in modo organico nel tessuto complessivo, se non con provvedimenti presi a posteriori;
Il concetto di sviluppo è sempre stato, storicamente, conflittuale ai piani regolatori. I piani dettano le regole di costruzione degli edifici ma non fanno urbanistica, né definiscono e orientano le linee dello sviluppo organico, armonioso ed equilibrato del tessuto urbano.
D’altra parte riteniamo che le condizioni dello sviluppo non siano urbanistiche, ma siano economiche, produttive, finanziarie, ed altro. Tuttavia, l’assetto e la gestione del territorio sono elementi fondamentali perché lo sviluppo, soprattutto se rapido e disordinato, non travolga il buon senso e le esigenze di vita delle persone.
Le nostre città, il nostro paese, non possono essere un luogo per dormire dopo il lavoro, devono piuttosto essere un luogo dove la vita ha un suo ritmo complessivo che si armonizza nel rispetto delle esigenze delle persone: studiare e fare sport per i giovani, passeggiare in tranquillità e dedicarsi ai propri hobby per i più anziani, trovare ambienti fisici dove le famiglie, i gruppi, le aggregazioni possano fare al meglio quello che desiderano. Le condizioni ambientali possono, anzi devono, sposarsi a condizioni di lavoro il meno possibile stressanti. Non ci riferiamo alle condizioni del processo di produzione, ma a tutto ciò che gli sta attorno.
Il nostro benessere, il benessere della gente che abita a San Pietro in Casale, è in stretta relazione con il benessere del territorio, che deve essere gestito non in termini tecnicistici, imprenditoriali, ingegneristici o amministrativi, bensì politici, con una politica del territorio e dello sviluppo che salvi l’ambiente, lo preservi per viverlo, senza ingessarlo, per mantenerlo e manutenerlo facendolo diventare uno strumento di sviluppo.
Dunque proponiamo un bosco, il Metrobosco, che è, al tempo stesso,:
- una proposta ambientalista
- una proposta urbanistica
- una proposta di sviluppo
La proposta ambientalista è, tra l’altro, di moda. Il riscaldamento del pianeta, la polluzione, l’inquinamento, il CO2, il protocollo di Kyoto, la conferenza di Cophenagen, il verde come concetto esistenziale e politico, sono tutti titoli di grandi dibattiti. Noi, però, vogliamo un bosco ed un parco CHE LA GENTE POSSA VIVERE, che la gente possa utilizzare, che la gente possa godere.
Non vogliamo creare una riserva ma una macchia di verde che serva alla gente. Non una riserva ma che serva. Vogliamo un bosco in cui le cose permesse siano di più di quelle proibite, in cui i prati possano essere utilizzati dalle scuole per fare educazione fisica, dalle squadrette di calcio per fare allenamento, da un gruppo di amici per fare una partitella.
Noi immaginiamo il bosco ed il parco con percorsi definiti (per esempio per camminare o correre, oppure con piste ciclabili o utilizzabili da carrozzine per disabili). Le aree a prato potranno essere organizzate a puro prato con cespugli e fiori oppure a campo da gioco per attività sportive spontanee.
Noi immaginiamo che ci dovrà essere posto per qualche attività produttiva, per esempio per una azienda agricola biologica, per una fattoria didattica, per un allevamento di pecore al servizio del mantenimento dei prati, con aree boscate per la valorizzazione delle specie autoctone e il recupero di piante ormai rare nella zona, ma che hanno avuto un passato glorioso.
Ancora si potrà realizzare un “bosco delle ceneri”, aperto alla meditazione o alla passeggiata o al gioco, per commemorare i morti, per trovare una collocazione non cimiteriale alle ceneri.
Una pianta per ogni urna, potrebbe esserne il motto.
O un “bosco del futuro” per celebrare le nascite, alternando gli spazi alberati e boscati agli spazi aperti per l’utilizzazione da parte della gente.
Noi immaginiamo ancora il mantenimento dei maceri esistenti nella forma e con le caratteristiche tradizionali, per renderli fruibili e sostenibili. Potrebbero essere recuperati e integrati con il sistema della piscina biologica/naturale in modo da poterli utilizzare anche come piscine ricreative.
La proposta urbanistica mira invece a “ridisegnare” l’area urbanizzata, offrendole l’occasione per interventi di riqualificazione e per interventi di integrazione con il nuovo bosco e con il nuovo parco. Noi siamo convinti che, in questo settore, un ruolo attivo e propositivo del Comune deve essere una carta importante per raggiungere gli obiettivi che stiamo indicando, unitamente ad un ruolo propositivo e innovativo del mondo imprenditoriale.
La proposta di sviluppo, infine, ruota attorno all’esigenza di richiamare investimenti, sia interni all’ambiente economico locale che esterni. Un ambiente verde, con un grande bosco e un grande parco che circonda l’abitato, con una progettualità fattibile adeguata per ospitare e per sollecitare l’insediamento di nuove aziende che cercano a “Bologna” una collocazione fisica. Ci sono spesso imprese che cercano un buon ambiente, non congestionato, lontano dal traffico congestionato, tuttavia vicino a tutto e comodo da raggiungere, un luogo dove sia possibile costruire o ricostruire edifici nel centro dell’abitato per avere uffici, un paese cablato e avanzato con servizi di collegamento internet e telefonico nell’offerta per nuove localizzazioni, a un tiro di schioppo da tutto (treni, metropolitane, aeroporti) ma tuttavia al riparo dello stress, con un piano di sviluppo urbanistico solido che giustifichi un eventuale investimento immobiliare, un luogo che può essere considerato “Bologna” ma che di Bologna non ha né gli aspetti negativi né i costi. San Pietro, appunto.
Dalla proposta al progetto
Uno dei primi passi, dopo che avremo convinto l’amministrazione della bontà della nostra proposta, sarà quello di uscire dalle parole e dalle buone intenzioni, per cominciare a scendere nelle fasi progettuali.
Avremo bisogno di costruire un piano di massima, per dare immagine alla proposta e disporre di uno strumento di comunicazione. Questo progetto di massima, tra l’altro, potrebbe essere il punto di partenza per poter attingere a possibili ed esistenti finanziamenti a diversi livelli dell Unione Europea.
Poi dovremo cominciare a proporre aree di compensazione secondo quello che
viene indicato dalla convenzione di Kyoto per le scuse che le imprese devono alla formazione di CO2.
4. Chi paga tutto questo?
L’Associazione intende sviluppare la sua attività lungo due percorsi:
- politico e sociale il primo, per raccogliere il maggior numero di aderenti tra i cittadini, poiché solo con un grande consenso sarà possibile avere la forza necessaria per realizzare il progetto;
- tecnico e scientifico il secondo, per disporre delle necessarie competenze professionali in grado di trasformare le idee e le proposte in documenti sostenibili sul piano amministrativo.
La gestione delle aree
Il primo percorso è politico e sociale. Gli interlocutori principali con i quali misurarsi sono il Comune, la Provincia e la Regione, che sono le autorità deputate a deliberare la creazione del Metrobosco e del Parco con il blocco delle aree interessate per evitare una loro trasformazione in aree edificabili. Noi assumeremo, nei confronti del Comune, un atteggiamento di tipo lobbistico, poiché la proposta va condivisa dal consiglio comunale, dalla giunta, dal sindaco, dalla maggioranza e dall’opposizione.
A tutti i cittadini l’Associazione chiederà di sostenere i candidati che approvano e apprezzano la nostra proposta, qualunque sia la parte d’appartenenza. Bisogna in altre parole discutere e gestire un progetto: chi sostiene il progetto sarà un nostro candidato.
Ruolo del Comune, della Provincia e della Regione
E’ fondamentale per la riuscita e il mantenimento dell’iniziativa. E’ infatti il Comune che ha la necessaria autorevolezza istituzionale per farsi tramite dell’Associazione e creare e mantenere nella cittadinanza lo spirito necessario a far sentire il progetto del Metrobosco e del Parco come parte della comunità.
Bisogna acquistare le aree?
L’attuale situazione economica, certamente non è favorevole a interventi pubblici significativi, la complessità della normativa, la crisi economica ancora dominante, danno un quadro generale di complessità e difficoltà a far partire l’iniziativa.
Ma ci sono margini utili per fare cose importanti. Bisogna cercare tra le maglie delle regole della compensazione del CO2 ed il rilascio dei certificati verdi le strade per cominciare. Anche se, noi ne siamo convinti, la vera soluzione è l’acquisto delle aree. Noi pensiamo che una strada difficile ma praticabile, è che tutte le aree che saranno coinvolte nella creazione del Metrobosco e del Parco possano essere acquistate da una fondazione ispirata dall’associazione, con il compito di cercare i fondi tra sponsor pubblici e privati (Stato, Regione, Provincia, Comune, enti pubblici e privati, banche, enti economici produttivi e commerciali, privati cittadini).
Ho riletto, recentemente, un cartello all’ingresso dell’area agricola dentro le mura di Ferrara. Dice testualmente riferendosi appunto all’area che da 500 anni rappresenta un pezzo di campagna che va dal castello di san Michele verso la cinta muraria: “Nel secondo dopoguerra il Comune di Ferrara si oppose all’edificazione e l’acquistò, consentendo di preservare un vasto “vuoto” che conferisce una così soave bellezza al passeggiare in campagna… stando in città”.
Credo che la nostra strada deve essere quella che nel secondo dopoguerra ha imboccato il Comune di Ferrara.
Ma i soldi, dove sono?
Dobbiamo cercarli, e dobbiamo cercarli dove i soldi stanno. Comune, Provincia, Regione: crediamo che siano tutti in grosse difficoltà, si potrebbe dire alla canna del gas. Governo nazionale: dobbiamo verificare e chiedere nei modi e nelle forme giuste per trovare finanziamenti per i progetti e successivamente per le manutenzioni, anche se il nostro punto di vista è che dovremmo trovare forme di autosufficienza e autofinanziamento. Dovremo anche, a questo proposito, creare all’interno dell’associazione un settore “fund raising” con lo specifico obiettivo di trovare finanziamenti.
Ho concluso.
Vorrei che la proposta che abbiamo presentato oggi, diventasse rapidamente un progetto per tutta la comunità di San Pietro e chiesta, sollecitata e voluta da tutta la comunità di San Pietro.
Vorrei concludere leggendo un cartello che mi ha colpito, quello posto all’ingresso del Royal Botanic Gardens and the Domain di Sydney, grande area verde nel centro della city, che mi piacerebbe fosse anche all’entrata del bosco di San Pietro in Casale.
Dice il cartello:
Benvenuti
Per favore camminate sull’erba, odorate le rose, abbracciate gli alberi, parlate agli uccelli e fate il picnic sul prato.